La storia di Daniela
“Ho scoperto di avere la leucemia all’inizio del ’93 dopo un semplice esame del sangue fatto come controllo periodico ai dipendenti dell’Ospedale. Quando il mio sguardo si è posato sui valori dei globuli bianchi, completamente alterati, la mia prima reazione è stata di incredulità”.
Un incalzare di emozioni forti.
“Tanti stati d’animo, dallo shock iniziale al pianto, ai continui
cambiamenti di umore che hanno lasciato spazio quasi subito al forte
desiderio ed alla volontà di farcela a tutti i costi”.
Il pensiero della morte ?
“Si è affacciato più volte; quando si è colpiti da una grave malattia
come la leucemia il pensiero corre quasi immediatamente all’esperienza
personale, alle conoscenze apprese attraverso i mass-media ed affiorano
nel ricordo solo le sconfitte”.
La ricerca del midollo compatibile per il trapianto ?
“La ricerca è stata immediata: i miei tre familiari sono stati tipizzati
e dopo una settimana è arrivato l’esito negativo, dato che nessuno di
loro presentava una compatibilità ottimale. Si è passati alla ricerca
sul Registro internazionale: le ricerche sono state lunghe e finalmente
nel 1995 è giunta la notizia della scoperta di una persona compatibile”.
Due anni di attesa.
“Due anni di terapia, inizialmente con l’interferone, il farmaco forte
per la cura della leucemia, poi l’intolleranza del mio fisico e la
sospensione della cura; quindi la preparazione per l’autotrapianto, che
non si è potuto realizzare. Quando i fallimenti si susseguono, subentra
la depressione e, ciò che più incide sul morale, è il dover cambiare
prospettiva, sempre”.
Poi la speranza.
“Nell’estate la notizia del midollo compatibile e, da parte mia, un
ulteriore smarrimento. Pur nella consapevolezza che quella fosse l’unica
strada possibile, ero ugualmente consapevole che l’intervento sarebbe
potuto fallire e, con il fallimento, la morte”.
Ed invece è stato un cammino verso la vita.
“Ho deciso da sola, nell’arco di un mese travagliato a livello
personale, nel quale, però, non sono mai stata abbandonata
dall’ottimismo e dalla convinzione di farcela; solo la sera prima del
ricovero, nel riordinare la camera, ho pensato che avrei anche potuto
non tornare, ma è stato un attimo. Era il 24 Novembre del 1995”.
Quindi il trapianto.
“Sì, il 1 Dicembre, preceduto da una settimana di chemioterapia
intensiva e radiazioni indispensabili per distruggere le cellule malate;
il midollo del donatore, giunto a Genova in aereo, mi è stato infuso
come una semplice trasfusione di sangue; è stato l’inizio di un percorso
difficile”.
Poi la camera sterile.
“Quaranta giorni di camera sterile, sola con me stessa, il mio pigiama,
alcuni libri sterili ed immersa in mille pensieri; l’unico conforto
derivava dalla presenza di infermieri che mi hanno continuamente
sostenuta ed incoraggiata : a loro devo molto”.
Ed un anno dopo….
“Un anno dopo è arrivata la guarigione, un anno di sacrifici che mi
hanno aiutato a crescere, a maturare, ad apprezzare la vita ed il
rapporto con gli altri”.
Daniela, oggi ?
“Una persona ricca dentro, piena di progetti e voglia di vivere,
intenzionata ad affiancare la lotta contro la leucemia nella ricerca dei
donatori di midollo, per poter regalare a qualcun altro una concreta
speranza di vita”.