I progetti nelle case AIL
Con la disponibilità delle 3 “Case AIL”, la sezione di Cuneo ha attivato un vero e proprio “polo ematologico extraospedaliero” che ha consentito l’attivazione di alcuni progetti particolari.
- Il trapianto di midollo domiciliare. Nella casa di via Schiaparelli 23 è attivo dal 2014 il progetto che prevede una dimissione precoce per i pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali autologhe. Recenti esperienze nordeuropee e anche italiane hanno dimostrato la possibilità di gestire la fase successiva all’infusione delle cellule a domicilio avvalendosi dell’equipe medico/infermieristica del centro trapianti di riferimento. Il domicilio in questo caso è proprio una “Casa AIL”: vista l’estrema vicinanza, il paziente può raggiungere facilmente il reparto per la visita quotidiana, le terapie e l’eventuale accesso alla reperibilità medica in caso di emergenza.
- Attesa protetta per visita e/o terapia. Una stanza è infatti stata convertita in “sala d’attesa” per pazienti ambulatoriali particolarmente fragili. Sono presenti 3 poltrone reclinabili, una macchinetta per il caffè, un frigo, una TV; si può inoltre utilizzare la cucina per la preparazione di pasti caldi. E’ rimessa alla valutazione di medici e infermieri la selezione dei pazienti candidabili; in linea di massima ci possono andare i malati con valori ematologici critici (in particolare con i globuli bianchi molto bassi), che debbano affrontare un’attesa di più di due ore e siano accompagnati.
- Sportello psicologico. Si svolgono nelle “case AIL” anche i colloqui del progetto di supporto psicologico rivolto a pazienti che gestiscono gran parte delle cure a domicilio, famigliari, ex pazienti e volontari che si rivolgano direttamente all’associazione manifestando una necessità di aiuto. Il servizio è svolto da due professioniste del team psicologico ospedaliero ma in un setting esterno, distaccato dal percorso medico e potenzialmente più sereno per i pazienti.
Il servizio delle “case AIL” è gestito in stretta collaborazione con il personale medico e infermieristico del reparto di Ematologia ma con il supporto della segreteria e dei volontari dell’associazione. La “deospedalizzazione” che con esse si realizza non deve essere vissuta come un “abbandono del paziente”: la scommessa di “portare l’ospedale fuori dall’ospedale” non prescinde dalla qualità delle prestazioni erogate ai pazienti, ma mira a “personalizzare il percorso di cura”. Se da un lato si mantiene costante il contatto con il reparto e la parte “tecnica” delle cure, dall’altro si permette al malato e alle persone che lo accompagnano di “prendersi cura” di sé, recuperando parzialmente abitudini di vita normali e riducendo al minimo i costi di assistenza (trasporto, alberghi, assenza dal lavoro). Durante la permanenza nelle “case AIL” gli ospiti possono inoltre contare sulla presenza del personale AIL a cui segnalare eventuali disservizi e necessità strutturali (rotture, malfunzionamenti, carenze) o problemi più personali e soggettivi (bisogni economici, pratiche medico-legali e socio assistenziali, necessità di sostegno psicologico).